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A cura del dott. G. Cacciaguerra, medico in formazione specialistica in Pediatria
La Nutrizione Enterale (NE) è una procedura terapeutica mediante la quale è possibile soddisfare i fabbisogni nutrizionali di pazienti non in grado di alimentarsi per via orale attraverso la somministrazione di nutrienti direttamente nello stomaco o nell’intestino.
I vantaggi della Nutrizione Enterale come via privilegiata di Nutrizione Artificiale sono ormai assodati: da un punto di vista fisiopatologico e dagli studi sperimentali la NE presenta molti vantaggi per il mantenimento dell’integrità anatomo-funzionale della mucosa intestinale, per migliorare l’utilizzazione dei substrati nutritivi, per la facilità e sicurezza di somministrazione, ed il minor costo. La somministrazione della nutrizione enterale può avvenire principalmente attraverso due vie: il sondino e la stomia. La scelta del sondino, sia esso nasogastrico o naso-digiunale, si ha in caso di durata prevista della Nutrizione Enterale per un tempo inferiore ai 30 giorni, in assenza di stenosi esofagee e di rischio di ab-ingestis.
L’accesso tramite stomia, sia PEG (Gastrostomia Endoscopica Percutanea) o PEJ (Digiunostomia Endoscopica Percutanea), si ha con pazienti per i quali non è possibile la ripresa della nutrizione orale e che per i quali quindi la nutrizione enterale è prevista per periodi di tempo superiori alle 4 settimane
In merito al fabbisogno calorico, gli esperti sono concordi nel consigliare di non superare il fabbisogno calorico di base ed aumentare gli apporti successivamente nella fase di recupero.
Passaggi fondamentali nell'impostazione di terapia nutrizionale :
• Valutazione antropometrica
• Valutare la possibilità ed i criteri per effettuare la calorimetria indiretta
• Formulare il fabbisogno/target per l’apporto
energetico (kcal/24 ore) e proteico (grammi/24 ore)
• Valutare il volume della miscela enterale da
somministrare ogni giorno
• Definire la via di somministrazione
• Scegliere la formula lattea o la miscela enterale
• Ripetere la valutazione nutrizionale almeno 1 volta alla settimana.
CALORIE : Nella fase acuta, l'apporto di energia fornito ai bambini in condizioni critiche non dovrebbe superare il dispendio
energetico a riposo. Dopo la fase acuta, il fabbisogno energetico fornito dovrebbe tener conto del debito energetico accumulato nella fase acuta, dell'eventuale riabilitazione, attività fisica e crescita.
PROTEINE : Il corretto apporto proteico nel paziente pediatrico critico è estremamente importante per il mantenimento della massa magra e l’incremento della crescita. Le linee guida suggeriscono che un apporto minimo di proteine di 1,5g/kg/die può essere considerato sufficiente ad evitare un bilancio azotato negativo.
Le sieroproteine del latte si mostrano superiori ad altre fonti di proteine come la caseina o la soia nel ridurre la risposta glicemica, aumentare la risposta insulinica,
la produzione di glucose-dependent insulinotropic polypeptide (GIP) e del glucagon-like peptide 1 (GLP1).
CARBOIDRATI : L’apporto glucidico non dovrebbe mai superare il 40- 50% della quota calorica totale giornaliera, dato che la sua capacità ossidativa si riduce progressivamente in fase di stress.
LIPIDI : Diversi studi hanno dimostrato che formule ad alto contenuto lipidico riducono la produzione di CO2 e quindi il quoziente respiratorio. Inoltre, un elevato apporto in lipidi può essere il mezzo più efficiente per aumentare l’apporto calorico della nutrizione senza incrementare eccessivamente i volumi somministrati.
Ad oggi non ci sono linee guida per stabilire il corretto apporto lipidico in corso di NE.
LIQUIDI
Le linee guida ESPGHAN sulla nutrizione enterale pediatrica raccomandano l’utilizzo di miscele polimeriche come prima scelta. Nei neonati e lattanti con normale funzione intestinale sono indicati il latte materno oppure i latti formulati. In caso di intolleranza o necessità di
ridurre il volume garantendo la quota calorica e proteica, è indicato l’utilizzo di miscele specifiche, appositamente formulate per aumentare gli apporti nutrizionali e migliorare la tollerabilità gastrointestinale.
Controindicazioni
L’occlusione o la subocclusione cronica intestinale di origine meccanica
La grave ischemia intestinale su base non ipovolemica
Le fistole digiunali o ileali ad alta portata
La grave alterazione della funzione intestinale secondaria a enteropatie o insufficienza della superficie assorbente, tale da non permettere il mantenimento di un adeguato stato nutrizionale.
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