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A cura del Dott. G.Cacciaguerra, medico in formazione specialistica in Pediatria
In Italia, a seguito della pandemia di Covid-19, si era visto un crollo del numero di casi di scarlattina.
Durante il 2020, 2021 e 2022 ha circolato poco. Ora, in assenza di restrizioni, tutti i patogeni hanno ripreso a circolare intensamente. Nelle ultime settimane si sono riscontrate epidemie di scarlattina nelle scuole di diverse città italiane.
La scarlattina è una malattia infettiva causata da un particolare tipo di batterio, lo Streptococcus pyogenes (anche conosciuto come Streptococco βeta Emolitico di Gruppo A o SBEGA).
L’infezione da SBEGA produttore di tossina è trasmessa per via aerea con le goccioline di saliva (tosse, starnuti…) da un soggetto malato o portatore ed è di regola a carico del faringe (faringite streptococcica). Il batterio penetra così attraverso le mucose delle vie aeree superiori e determina l’infezione. Il picco di incidenza si verifica nel tardo autunno-inverno ed in primavera.
Colpisce prevalentemente i bambini tra i 5 e i 15 anni, è rara sotto i tre anni. Rientra nel gruppo delle malattie esantematiche dell’infanzia poiché si manifesta con una tipica eruzione cutanea.
Nei bambini, in genere, la scarlattina esordisce improvvisamente con febbre elevata, mal di testa e malessere generale (può talvolta essere presente vomito) dopo un breve periodo di incubazione (2-5 giorni) caratterizzato per lo più da assenza di una specifica sintomatologia.
La sintomatologia inizia in modo brusco con :
-febbre(39-40 °C causata da tossine pirogeniche) e brividi
-cefalea
-nausea e vomito
-enantema, che trova la sua espressione più evidente in una angina faringea rossa ovvero in una infiammazione della faringe (faringite) che si manifesta con senso di costrizione alla gola e deglutizione dolorosa (da cui il nome “angina”) infine, la lingua si ricopre dapprima di una patina bianca e poi, desquamandosi, diventa di colore rosso vivo con papille ipertrofiche così da ricordare la superficie di una fragola (lingua “a fragola”).
Dopo circa 2-3 giorni di febbre e mal di gola intensi, compare un rash cutaneo molto tipico caratterizzato da piccoli puntini ravvicinati di colore rosso vivo che interessano prima la radice degli arti, poi torace e addome e infine il viso (dove viene risparmiata la cute che circonda le labbra ed il naso con un tipico aspetto a “maschera” (maschera di Filatow). Tali elementi residuano al tatto una particolare sensazione di ruvidità (a carta vetrata). Effettuando una lieve pressione con la mano sull’addome, l’esantema rossastro scompare temporaneamente per lasciare spazio ad un’impronta giallastra che resta evidente per pochi secondi (segno della mano gialla).
L’esantema si attenua in 3-4 giorni lasciando il posto ad una desquamazione con lamelle fini che inizia al volto e prosegue fino al tronco, alle mani e ai piedi e può durare fino a 10-20 gg. I segni clinici e i sintomi di scarlattina in fase acuta sono facilmente riconoscibili dal medico esperto.
È inoltre fondamentale l’identificazione dello Streptococco pyogenes (SBEGA) mediante esame colturale su tampone faringeo, effettuabile presso ogni laboratorio di microbiologia. Poiché l’indagine colturale richiede alcuni giorni, il pediatra potrà anticipare i tempi praticando direttamente allo studio il “test rapido per SBEGA“, in grado di identificare l’infezione da Streptococco pyogenes in più del 95% dei casi.
Prima dell’avvento degli antibiotici, la scarlattina rappresentava una delle principali cause di morte. Inoltre, talvolta, era responsabile per l’insorgenza di complicanze tardive come la glomerulonefrite e l’endocardite.
Il trattamento – essenziale anche per prevenire le complicanze – va condotto per 10 giorni con amoxicillina per bocca oppure con una singola iniezione di benzatin-penicillina. Il bambino può tornare a scuola dopo 48 ore di trattamento antibiotico.
Le cefalosporine di seconda generazione (cefaclor 40-50 mg/ kg/die in 2 dosi o cefuroxima axetil 20-30 mg/kg/die in 2 dosi; cefprozil 15-30 mg/kg in 2 dosi) per 5 giorni potrebbero essere utilizzate in caso di dubbia compliance al trattamento con amoxicillina per 10 giorni.
Ovviamente il paracetamolo (Tachipirina) o l’ibuprofene (Nurofen) sono ottime armi, sempre utili nei momenti di febbre elevata
Non bisogna spaventarsi, dunque, ma l'importante, è avviare trattamento entro 10 giorni dall'esordio dei sintomi per evitare complicanze come ascessi o reazioni immunomediate, che possono causare complicanze come la malattia reumatica, cardite, glomerulonefrite e artrite post-streptococcica.
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